Faccende domestiche zero waste
Quando abbiamo iniziato la nostra transizione verso zero rifiuti, mi sono chiesta come potevo riuscire a fare le pulizie senza tutti i prodotti che utilizzavo di solito. Lavare i pavimenti, spolverare, pulire il bagno, la cucina….per ogni stanza e per ogni superficie avevo un prodotto diverso, salviette cattura polvere e chi più ne ha più ne metta. Quando abbiamo fatto i nostri traslochi, almeno un paio di scatoloni grandi sono stati dedicati ai prodotti di pulizia. E dire che non sono una persona fissata con le faccende domestiche!
Una delle prime ricerche che ho fatto è stato su come ridurre i rifiuti lavando i piatti. Può sembrare banale, ma abbiamo realizzato che molte cose che fanno parte del nostro quotidiano hanno allo stesso tempo una vita troppo breve.
Le spugnette per i piatti ne sono un ottimo esempio: danno’ cattivo odore quasi subito e iniziano a disfarsi in qualche settimana. E così eccomi su internet, una sera, a cercare di capire quale può essere l’alternativa “zero waste”. In rete ho scoperto che ci sono diverse alternative, e che si può scegliere fra spazzole in legno e fibre naturali, spugne in cotone e spugne naturali. E per i detersivi? Nonostante comprassi detersivi ecologici, rimanevano comunque dei flaconi di plastica da buttare.
Ecco quello che usiamo per lavare i piatti: una spugna in cotone o di origine vegetale, una paglietta in metallo, detersivo sfuso e, all’occorrenza, bicarbonato e aceto.
Spugne

Ecco le nostre alternative ecologiche: paglietta in metallo, luffa e tawashi.
Da qualche mese usiamo la tawashi, una spugna esfoliante giapponese fatta all’uncinetto (se volete cimentarvi, trovate il link al tutorial a fondo pagina). Quando serve, la metto in lavatrice con la biancheria da cucina o gli asciugamani.
Un’altra alternativa che ho scoperto da poco è la luffa, una spugna ricavata dall’essiccazione di un vegetale simile alla zucchina. Può durare tantissimo (fino a 6 mesi) e a fine uso si può gettare nell’umido o nel compost domestico. Quella in foto è una meta della luffa che ho preso al Negozio leggero di Roma (una bellissima realtà commerciale che spero si diffonda presto anche al Sud) e l’ho pagata intorno ai 2.5euro, sfusa. Prima di acquistarla però chiedete in giro, ad amici o al contadino al mercato, non si può mai sapere chi la coltiva.
Detersivi
Prima di parlare dei detersivi per i piatti, due considerazioni: cucinando in maniera sana e leggera ci sarà poco unto da togliere, e sciacquando piatti e stoviglie subito dopo l’uso si eviteranno le incrostazioni (e quindi tutto quel tempo perso a strofinare).
Detto questo, esistono diverse alternative al classico detersivo per i piatti venduto negli scaffali dei supermercati:

Le alternative senza plastica ai flaconi di detersivi
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Comprare detersivi sfusi
Ci sono diversi negozi in cui si possono comprare detersivi sfusi, e in molti punti vendita potrete portare i vostri contenitori. Tre catene italiane che producono o distribuiscono detersivi alla spina sono: Ecobolle, Negozio leggero, e Detersfuso. Vi consiglio comunque di guardare con attenzione i negozi della vostra zona: passeggiando nei dintorni di casa nostra in un pomeriggio ne abbiamo scoperti due, che non avevamo mai visto semplicemente perchè non li avevamo mai cercati prima di allora.
Recentemente ho visitato un negozio a Ciampino (in provincia di Roma): il “Sapone del Bianconiglio”, dove ho preso un detersivo per i piatti solido. Mi ha incuriosito e così l’ho preso per provarlo. Il prezzo è abbastanza alto (circa 7euro per quello che vedete in foto), ma ne basta una piccolissima quantità per ogni lavaggio. Io l’ho preso sfuso, evitando il contenitore di plastica, ma presto verrà venduto in ciotole di ceramica. In più, se portate una vostra ciotolina, avrete il sapone colato direttamente lì. Non male neanche come idea regalo!
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Fare in casa il detersivo per lavare i piatti
Non mi sono mai cimentata in questa autoproduzione, semplicemente perchè finora non mi è mai servita, ma ho letto una ricetta facile sul sito “Soluzioni di Casa”, a base di limoni, acqua, sale e aceto. Trovate il link alla ricetta in fondo alla pagina.
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Prodotti naturali
Una volta tolti tutti i residui di cibo, bagnate i piatti con acqua calda e poi strofinate con la spugnetta. In caso di piccole incrostazioni di cibo, mettete un po’ di bicarbonato sulla spugnetta e strofinate di nuovo. Se invece c’è traccia di unto, spruzzate un po’ di aceto sul piatto o sulla stoviglia e strofinate di nuovo.
Se avete delle teglie o dei piatti da portata molto incrostati, vi consiglio di cospargerle con del bicarbonato e metterci un po’ di succo di limone. Quando la reazione “frizzante” è terminata, riempitele con acqua calda e lasciatele a bagno per una notte.
Qualche consiglio in più:
Se avete fatto la pasta, non buttate l’acqua di cottura: probabilmente sarà ancora calda una volta che avrete terminato di mangiare e potrete sfruttare ancora quel calore invece di far partire di nuovo la caldaia.
Se non avete fatto la pasta, non riempite tutto il lavabo con l’acqua calda, ve ne serve molto meno. Scaldatene due-tre litri in una pentola sul fuoco oppure in un bollitore, a meno che l’acqua non arrivi velocemente al rubinetto della cucina: in tal caso prendetela da lì.
Happy zero-waste dishwashing!
Link menzionati nell’articolo: