Come sappiamo ormai da molto tempo, i detergenti per le pulizie sono fra i maggiori inquinanti per l’ambiente marino

I danni derivano sia dall’estrazione (visto che alcune sostanze derivano dal petrolio), dal rilascio e dagli imballaggi non (o minimamente) riciclabili.

La maggior parte dei detersivi contengono tensioattivi (ovvero le sostanze che migliorano il potere pulente di un prodotto) derivati dal petrolio (come gli schiumogeni SLES – sodio lauriletere solfato – e SLS – laurisolfato di sodio) che hanno un elevato impatto sull’ambiente sia in fase di estrazione sia in fase di rilascio. Per quello che riguarda l’impatto sulla qualità dell’acqua, i detergenti sono responsabili in primo luogo di quel fenomeno denominato “eutrofizzazione“: fosforo e azoto contenuti nei detersivi vanno a concentrarsi e aumentano la crescita dei vegetali in acqua, che una volta morte si decompongono consumando ossigeno. Il consumo di ossigeno aumenta nel momento in cui ci sono detergenti in acqua e questo comporta una  minore quantità di ossigeno disponibile per pesci e invertebrati, che quindi muoiono più velocemente. Tutto questo comporta una maggiore quantità di materia organica in acqua. A questo punto si attiva una decomposizione ad opera di un diverso tipo di microorganismi, che vivono in assenza di ossigeno, che comporta lo sviluppo di sostanze tossiche. I detergenti influenzano anche direttamente gli organismi, influenzando negativamente le naturali difese degli organismi (pelle, conchiglie, ecc) e i loro sistemi ormonali.

L’articolo

Quello che però non tutti sanno, è che detergenti, saponi e cosmetici inquinano quanto il traffico

Nel 2018, un lavoro scientifico pubblicato su Science e guidato dai ricercatori del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha dimostrato che l’inquinamento atmosferico è cambiato: il contributo delle auto diminuisce, mentre quello dei prodotti industriali e casalinghi aumenta. Negli ultimi decenni, le leggi hanno obbligato le case automobilistiche a ridurre progressivamente le emissioni inquinanti, cosa che non è avvenuta per i prodotti per la casa e la cosmesi, e che rappresentano la componente più importante dei prodotti volatili.

La ricerca, che prende come esempio la chimica atmosferica di Los Angeles, si focalizza su una classe di prodotti chimici che rilasciano “VOC” (composti organici volatici) sostanze odorose a base petrolifera che possono contribuire alla formazione di ozono o di altri inquinanti particolati pericolosi.

I ricercatori hanno stimato che i composti chimici volatili (VOC) derivati da prodotti domestici e industriali contribuiscono per il 60%, mentre auto e raffinerie ne rilasciano solo il 40%.

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Se prima la maggior parte delle emissioni dei composti volatili organici (VOC) proveniva dai carburanti e solo una piccola frazione dai prodotti per la cosmesi e i detergenti, adesso la situazione è quasi di parità. Smalti, deodoranti, sgrassatori, solventi, pesticidi, detersivi e cosmetici, sono tutte sostanze estremamente volatili, che si diffondo non solo nell’aria ma anche nelle polveri, provocando danni alla salute dell’ambiente ma anche a quella dell’uomo.

Secondo gli autori dello studio, il fattore discriminante per determinare se un prodotto sia o meno nocivo è semplicemente valutare “se emana un odore”. L’odore di un prodotto (che sia un detergente o un profumo) prima o poi si dissipa…ma dove va? La risposata è semplice: fuori. Si mescolano all’aria circostante, che prima o poi finirà fuori e contribuirà all’inquinamento esterno.

Cosa possiamo fare?

Per prima cosa, consideriamo questo semplice fatto: il pulito non ha odore.

Scegliamo quindi prodotti per la pulizia senza profumazione, prodotti naturali (possibilmente certificati Ecolabel, il marchio di garanzia ecologica della UE), e riduciamo la quantità di prodotti che usiamo.

Negli approfondimenti, trovate una guida per prodotti fai da te per pulizie green.

Informazioni

Autori McDonald B. C., de Gouw J. A., Gilman J. B., Jathar S. H., Akherati A., Cappa C. D., … & Cui, Y. Y.

Titolo Volatile chemical products emerging as largest petrochemical source of urban organic emissions

Link https://science.sciencemag.org/content/359/6377/760