“Zero waste” è uno stile di vita che punta a non produrre nessun rifiuto, con l’obiettivo di non produrre nessun rifiuto da mandare in discarica e di minimizzare quelli che possono essere riciclati. Si tratta di uno stile di vita più ecocompatibile, più “semplice” e più lento, che punta a eliminare il bisogno di discariche e inceneritori. Nessuno di noi vorrebbe una discarica vicina a casa, ma raramente pensiamo a fare dei passi seri per eliminarne la necessità.
Ci sono diversi approcci per cercare di arrivare a zero rifiuti, e siamo convinti che ogni persona, ogni famiglia, dovrebbe trovare il suo. Zero rifiuti è appunto un obiettivo a cui tendere, e non deve assolutamente diventare un’ossessione. Ricordiamo sempre che basta anche una sola azione, ma fatta da moltissime persone, per avere un impatto significativo. Pensiamo per esempio, se in tutte le mense universitarie e nei posti di lavoro, ci fosse la possibilità di riempire la propria borraccia, anzichè usare le bottigliette. Quanta plastica in meno verrebbe prodotta ogni giorno?
Arrivare a produrre zero rifiuti è un obiettivo irraggiungibile, ma l’importante non è focalizzarsi sullo “zero”, ma impegnarsi a fare del proprio meglio. Allo stato attuale, non c’è modo di eliminare completamente i rifiuti, ma possiamo impegnarci a ridurli al minimo. Bea Johnson, pioniera del movimento zero waste, consiglia di mettere in pratica la regola delle 5 R.
Come possiamo ridurre i rifiuti che produciamo? Rifiutando ciò di cui non abbiamo bisogno, riducendo i consumi, facendo più acquisti di qualità, riusando un oggetto più volte, ripensandolo e dandogli nuova vita, e riciclando quello che non può essere più riusato. Il resto, va ridotto in compost.
Rifiutare
Vuol dire iniziare a dire “NO”, rifiutando ciò di cui non abbiamo bisogno, in particolare i prodotti usa e getta e quelli che sono avvolti in diversi strati di imballaggi (inutili). Lo stesso vale per i campioncini, i volantini e tutti gli altri oggetti che ci vengono dati anche se non richiesti. In questo caso rifiutare può essere particolarmente difficile, ma spesso si tratta di oggetti che hanno vita molto breve e che finiranno (troppo) presto nel cestino.
Ridurre
Riducendo i consumi, si producono inevitabilmente meno rifiuti. Si tratta di rallentare un po’, allontanandosi dalla frenesia consumistica che caratterizza questo periodo e non cadendo nella tentazione dell’acquisto compulsivo. Non si tratta di fare rinunce, ma di focalizzarsi su ciò di cui abbiamo veramente bisogno.
Riusare (e riparare)
Dagli Anni ’50 ci siamo allontanati anni luci da quella che era l’Economia Circolare (in cui un prodotto veniva riutilizzato innumerevoli volte – pensiamo ad esempio alle bottiglie del latte con vuoto a rendere) e siamo entrati appieno in una Economia Lineare, in cui un prodotto nasce, viene utilizzato e poi “buttato”, uscendo definitivamente dal percorso di utilizzo.
Cerchiamo di utilizzare al meglio gli oggetti che abbiamo in casa e a dargli una nuova vita: riutilizzare i barattoli di vetro per conservare gli avanzi, rammendare una maglia scucita, utilizzare la carta del pane per asciugare l’olio della frittura, possono essere alcuni esempi.
Riciclare
La filosofia alla base del movimento Zero Waste non comporta riciclare di più, ma arrivare ad averne sempre meno bisogno. Il riciclo, purtroppo, non è una soluzione, e nella filosofia zero waste è solo uno degli ultimi passaggi che un oggetto dovrebbe avere. Tanto per fare un esempio, di tutta la plastica prodotta nel 2015, solo il 9% è stato riciclato. Dovremmo quindi arrivare a mettere in pratica le prime 3 R così bene, da avere poco materiale da buttare (e inserire quindi nella differenziata).
Ricordate però che un primo importantissimo passo da fare è sempre quello di informarsi sulle modalità di raccolta differenziata del luogo in cui si vive, o dove si va in viaggio, che sia per vacanza o per lavoro.
Ridurre in compost
Oltre al compostaggio municipale, presente ormai in moltissimi Comuni italiani, esiste anche la possibilità di effettuare il compost in casa. Diversi Comuni, come quello di Napoli, promuove e supporta i cittadini in questo senso, fornendo (dietro richiesta) una compostiera domestica in comodato d’uso e attuando degli sgravi fiscali per chi la utilizza.
Dobbiamo smettere di pensare che un oggetto possa essere buttato “via”. I rifiuti non vanno “via”, ma rimangono sulla Terra. Non esiste un altro posto.