Dieci giorni dopo la nascita di Nicolò, abbiamo presentato la richiesta per il suo passaporto. Abbiamo sempre viaggiato molto e sapevamo che, essendo nato all’estero, il suo primo viaggio per conoscere amici e parenti non era lontano. Dopo due mesi, infatti, eravamo già in aereo!
La nostra vita è sicuramente cambiata moltissimo da quando abbiamo un figlio, ma non abbiamo smesso di viaggiare. Lo facciamo sicuramente in modo diverso ora, ma sempre con tanto entusiasmo…forse anche più di prima! Questo periodo (ha due anni e mezzo) è infatti molto entusiasmante: Nicolò parla tantissimo, fa mille domande e vuole guardare spesso fuori dal finestrino (che sia della macchina, del treno o dell’aereo!).
Ovviamente, le esigenze cambiano man mano che cresce: abbiamo visto una differenza abissale fra i primi viaggi (a 3-6 mesi) durante i quali dormiva, e quelli dell’anno successivo (12-18 mesi), in cui invece aveva già bisogno di qualcosa che lo intrattenesse per la maggior parte del volo.
Finora abbiamo volato con lui per al massimo un paio d’ore a tratta, per i viaggi intercontinentali abbiamo scelto di aspettare. Come per molti altri aspetti della vita (soprattutto di genitori), ognuno sviluppa la propria strategia, noi oggi vi raccontiamo come ci comportiamo quando dobbiamo affrontare un viaggio in aereo con lui.
1. Organizzazione
Organizzare tutto con anticipo ci permette di arrivare al momento del volo con maggiore serenità. Sono un tipo molto ansioso, ho sempre paura di dimenticarmi i documenti o le chiavi di casa, quindi cerco di pianificare bene e di avere tutto pronto con un po’ di anticipo. Questo ci permette anche, in caso di imprevisto (febbre a 40, volo ritardato, ecc.) di limitare le cose da tenere a mente, perché sappiamo che è tutto organizzato e che le cose importanti sono a portata di mano.
Al momento della prenotazione ci informiamo sui pasti a bordo, controlliamo le tempistiche per arrivare a destinazione e i vari mezzi di trasporto che possiamo usare. Facciamo il check-in online e ci facciamo spedire via mail le nostre carte d’imbarco o comunque usiamo la app della compagnia aerea: le carte d’imbarco digitali ci permettono di limitare il tempo da passare in aeroporto e non abbiamo pericolo di dimenticarle da qualche parte.
Quando Nicolò era più piccolo e meno “attento” al mondo esterno, prenotavamo i voli in un’orario che coincidesse con l’ora del pisolino. Adesso che raramente si addormenta in viaggio, preferiamo l’ora di cena oppure il tardo pomeriggio, in modo da arrivare a destinazione per l’ora della nanna.
In aeroporto, controlliamo sempre se c’è una “corsia” preferenziale per famiglie al controllo bagagli. Mettiamo le cose che sappiamo di dover tirare fuori dalle valigie (liquidi, pc, cellulare, etc.) a portata di mano, o in uno scomparto facilmente raggiungibile. Se siamo in due, uno di noi si prende cura del bambino, l’altro si occupa dei suoi bagagli: di solito, dopo aver messo sul rullo le sue borse, mio marito si prende il bimbo, mentre io mi occupo del resto dei bagagli. Tiro fuori le borracce (due, che svuotiamo prima di arrivare ai controlli), le cannucce (che Nicolò usa per bere dalle nostre borracce), le posate e i liquidi.
2. Leggerezza
Come ho già scritto in un post recente, viaggiamo leggeri. Applichiamo lo stesso concetto anche ai bagagli di Nicolò, soprattutto se andiamo in un appartamento o se già sappiamo che avremo la possibilità di lavare la nostra biancheria. Adesso che ha due anni, ha diritto anche lui a un bagaglio a mano “grande” e uno piccolo, ma se viaggiamo per pochi giorni e siamo in casa dai nonni, per esempio, io e lui condividiamo il bagaglio a mano grande a cui aggiungiamo uno zainetto con quello che ci serve durante il viaggio. Quando invece il stiamo via per più tempo, allora optiamo per un bagaglio grande, in cui però cerco di far stare lo zainetto più piccolo, in modo da avere le mani più libere durante gli spostamenti. Avere solo bagagli a mano ci permette di risparmiare tempo e avere tutto a portata di mano in caso ci fosse bisogno.
Troviamo le liste molto utili, soprattutto nel caso delle valigie: rischiamo meno di dimenticarci qualcosa e riusciamo a farci meglio un’idea di quello che ci stiamo portando e di quanto spazio occuperà. Qui sotto trovate la lista per la valigia di Nicolò delle vacanze estive (una settimana dai nonni al lago e due settimane con noi al mare). Nello zainetto abbiamo i passatempi, il cibo e un paio di pannolini (le borracce sono invece in una delle nostre borse). In aereo portiamo anche un pareo o un telo di mussola nel caso ci sia freddo.
Abbiamo quasi abbandonato il passeggino e quest’anno abbiamo preferito usare sempre la fascia, poi il marsupio e ora…niente! Sappiate comunque che la maggior parte delle compagnie aeree imbarca gratuitamente il passeggino e che potete tenerlo fino al momento di salire a bordo. Potete informarvi in merito sui siti delle compagnie aeree o chiamando il loro servizio clienti.
3. Pancia piena
Per evitare che la fame renda tutti nervosi e irascibili, portiamo sempre qualche snack da sgranocchiare durante le attese o a bordo. Se il viaggio coincide con l’ora di uno dei pasti principali e voliamo low cost, allora preparo in un barattolo o un portapranzo anche il pranzo o la cena. Preferiamo cibi poco deperibili, che non macchino e che siano facili da mangiare: popcorn fatti in casa, biscotti, frutta secca, pasta in bianco, burger vegetali, hummus e pane. Facciamo lo stesso se viaggiamo in treno, in auto o in traghetto.
4. Viaggiare è un gioco!
Sapendo che in aereo Nicolò dovrà stare fermo (e ora neanche più in braccio, perché avendo superato i due anni ha il suo posto), cerchiamo di farlo camminare (e stancare) il più possibile prima del volo. Se ci sono aree attrezzate per i bambini e abbiamo molto tempo, ci dirigiamo lì. A volte, nonostante vengano fatte salire prima le famiglie che viaggiano con i bambini, preferiamo aspettare un po’ prima di imbarcarci, in modo da non dover rimanere seduti per più tempo del dovuto.
Abbiamo alcuni passatempi che portiamo solo in viaggio, così risultano una sorpresa, una novità che lo incuriosisce. Abbiamo con noi anche due-tre libri, uno dei quali è il suo preferito del momento, mentre gli altri sono solitamente quelli dimenticati da un po’ oppure che ho messo da parte proprio per i viaggi.
Quando era più piccolo, in caso di nervosismo lo mettevamo nella fascia o nel marsupio per tranquillizzarlo. Adesso se possibile ci alziamo e facciamo due passi. Cerchiamo di evitare i capricci distraendolo, tirando fuori un libro o uno snack. Un’altra strategia è anche interessarlo a ciò che c’è fuori dal finestrino, o semplicemente intorno, senza stargli troppo addosso (se capisce che siamo nervosi o ansiosi, lo diventerà anche lui). Se proprio abbiamo esaurito tutte le nostre risorse (libri, disegni, giochini, sguardi fuori dal finestrino) mettiamo un film al pc, gli facciamo ascoltare della musica o gli proponiamo un gioco elettronico (abbiamo scaricato qualche app sul cellulare).
Il viaggio è bello anche perché si fa qualcosa di insolito, no?